Di Francesca R. Bragaglia
Mentre ripasso come un’indemoniata per l’esame da sommelier che è alle porte, per distrarmi un po’ ho deciso di buttare giù qualche pensiero, di intrappolare in un post le mie emozioni e quanto ho visto lo scorso weekend. Fuga programmata neanche una settimana prima, quattro giorni per preparare una misera borsa da palestra (che si è rivelata peggio del gonnellino di Eta Beta), avere il dubbio di aver scordato qualcosa fino al momento dell’arrivo al Bed and Breakfast e disfare in fretta e furia il bagaglio. Ma fare un nuovo viaggio seppur breve ma intenso con la persona che ami, ti fa cancellare ogni preoccupazione… ridere, bere, mangiare, camminare, visitare paesini insieme. E guardarlo mentre guida mostrandogli un sorriso ebete perché non stai realizzando che lui è vero, che non è una figura di cartone, che è pronto a sopportarti per più di un giorno… Inizia così il nostro viaggetto tutto italiano con un clima non molto clemente. La Tuscia Viterbese è famosa per le castagne, le nocciole, i formaggi, i salumi e il vino (ad esempio l’Aleatico di Gradoli come vino da dessert e l’Orvieto, DOC a bacca bianca interregionale Umbria – Lazio), i papi e i borghi medievali… Dopo una sosta a Sutri (famosa per l’anfiteatro romano e la necropoli), passando per la carinissima Ronciglione per poi sbarcare a Canepina…
Bellissima, con dedali di viottoli, salite infinite, casette piccole, un panorama mozzafiato. E patria del Museo delle Tradizioni Popolari Old Style, dove ogni oggetto esposto racconta un pezzo di storia, di usanze, di mestieri e sudore di una cultura da proteggere… quella contadina, rurale, agricola…
Il brutto tempo non ci ha fermati e non ha placato la nostra fame e la voglia di immergerci nell’enogastronomia locale. Siamo andati a colpo sicuro… ho studiato recensioni, sito, pagina facebook… pronta quindi per entrare nell’Agriristoro ‘il Calice e la Stella’…
Ad accoglierci i fratelli Arletti, giovanissimi e innamorati della ristorazione e dei prodotti del luogo. Una location incantevole. Un arredamento in stile country ma al contempo moderno con runners sui tavoli e con vista sulla piazza di Canepina.
E’ bello avere Felice come Cicerone che ci parla della loro idea di agriristoro, di voler valorizzare i prodotti locali e le tradizioni. Perché Canepina non è conosciuta solo per il dialetto, le nocciole e le olive. Ma anche per il Fieno, cioè i Maccaroni (e non maccheroni) canepinesi. E’ una pasta fatta in casa con uova (1 uovo a testa), farina e sale che sembra appunto fieno e come vuole la tradizione una volta lessata la pasta, deve essere fatta asciugare su un panno pulito (di canapa. Eh già perché il nome Canepina deriva dalla lavorazione della canapa!). E’ stupendo soprattutto capire quanto amore per la terra c’è nei loro piatti, trasuda già alla vista e ti avvolge il palato. Piatti ricchi, non sofisticati, genuini. Una goduria dal primi all’ultimo boccone…
Abbiamo iniziato con un vino non proprio laziale, ma umbro. Che ha una punta di aleatico. Però merita. Mi riferisco al Vitiano Falesco prodotto dal guru dell’enologia, il Dott. Riccardo Cotarella, che produce anche Est!Est!Est, Aleatico e altri vini laziali. Vino rosso, morbido, avvolgente, setoso con sentori di frutta rossa, tabacco e vaniglia. Stupefacente…
… per aprire le danze con un bellissimo antipasto con formaggio al tartufo, bruschette con crema di tartufo, funghi e zucca, verdure grigliate e gratinate, torta di pasqua all’anice, salumi…
… e una volta spazzolato il piatto, scattare selfies sbilenchi sotto gli effetti dell’alcol e con la pancia quasi piena…
…nell’attesa del fieno con funghi porcini e una pioggia di prezzemolo fresco e l’ingrediente segreto: chiodo di garofano…che meraviglia… questa pasta va giù che è una bellezza, ne mangerei un vagone!
… e continuare con un altro asso nella manica: tagliata di scottona con crema di tartufo locale (scorzone) e tagliata di scottona con funghi porcini… e le patate al forno di cui non è rimasta traccia per fare le foto…
… terminando con un bel bicchiere di canaiola (che è fatta con canaiolo nero, tipico dell’Italia centrale) e dei tozzetti alle nocciole. Un pasto da sogno, una compagnia favolosa, un servizio eccellente e i proprietari spettacolari. Prezzi onesti, rapporto qualità prezzo perfetta. Visitate il sito http://www.selvacimina.it e ne scoprirete di più.
Appagati e felici, per smaltire la gran mangiata ci siamo recati a Corchiano, un altro paesino della Tuscia, con un borgo medievale che purtroppo è quasi abbandonato…
E’ molto caratteristico. Gli unici abitanti sono loro…
Purtroppo l’Italia è tempestata di questi splendidi borghi, testimonianza della nostra civiltà, ricchezze paesaggistiche e storiche che devono essere tutelate, così come la nostra cultura, che sia nel piatto o nell’intelletto o nei campi deve essere preservata e tramandata. Speriamo che un giorno il mio sogno si avveri…
Anche se avevo già visto le foto dei piatti e anche se ho appena mangiato…mi hai fatto venire fame!! E voglia di visitare quei posti!!!
Tutto bellissimo, soprattutto voi: a belliiiiiii!!!!
Baciotti grandissimi<3<3<3<3