Tutto ebbe inizio il giorno del nostro doppio genetliaco…Dopo una straordinaria cena luculliana a base di pesce e vino azzeccato (dopo l’esame da Sommelier è stata la mia prima cena dove ho passato quasi un’ora davanti agli scaffali per scegliere il vino giusto da abbinare con le portate…) la Sora Cavia (la mia ‘cognatina’) ci porge in dono una busta con dentro una cartolina bellissima…
… Una foto splendida con due biciclette e sullo sfondo il mare… in pratica due simboli di dichiarata libertà…
Apriamo la cartolina che riporta questa bellissima frase:
Già questo per me era un regalo. Il fatto di sentirmi a casa, accolta in una famiglia splendida… ma il presente era ben altro, dentro alla busta di cui sopra… una notte in un hotel a 4 stelle a Volterra (preparatevi alla recensione!! Fantastico! Un regalo da lacrime agli occhi per la commozione… Toscana=Natura=Filari=Vino=Abbinamenti con cibo!
Partiamo il giorno prestabilito… ci infiliamo in macchina relativamente presto… dopo aver guardato tremila previsioni meteo, controllato su internet, interpellato gli auruspici e la ferita dell’appendicectomia di mia madre, convinco il mio pover’uomo a non andare in moto per salvaguardare la nostra salute (e ancora mi sta lanciando frecciatine da casa sua perché abbiamo trovato un tempo clemente!)
Arriviamo dopo circa tre ore a Volterra, la meta, il miraggio, la chimera… e con una fame da orchi…
Vorrei fare un breve excursus su Volterra perché merita. Non solo per l’enogastronomia ma anche per la cultura e la storia.
Comune della provincia di Pisa, ha testimonianze che vanno dagli etruschi ai romani, dal Medioevo fino all’epoca contemporanea. Città conosciuta per i lavorati in alabastro, ha il centro storico di origine etrusca; a testimonianza di ciò ci sono le porte d’entrata e una parte della cinta muraria ricostruita in epoca medievale. Secoli diversi che si completano attraverso la coesistenza armonica di monumenti ed edifici storici come ad esempio Palazzo dei Priori (in Piazza dei Priori) del XIII secolo, Palazzo Viti del XVI secolo, Palazzo Minucci, costruito tra il XV e il XVI secolo (sede della Pinacoteca Civica), Palazzo Guarnacci del XVIII secolo (e sede del Museo Etrusco), per poi passare per le rovine del teatro romano (al di fuori del centro storico), la chiesa di San Michele (testimonianza di diversi secoli dal XIII al XIX secolo), l’edificio del Museo della Tortura (che consiglio vivamente di vedere, toccante e forte al contempo, ma è un modo per capire che la cattiveria umana non ha mai avuto limiti…)… e così via…
… Chiusa questa parentesi storica e culturale, ritorniamo all’arrivo… i parcheggi subito al di fuori delle mura sono a pagamento… troviamo rifugio in un parcheggio ad offerta libera dove ad accoglierci c’è un simpaticissimo signore che ci dà qualche indicazione su dove mangiare… ma come entriamo nel centro, un po’ per la fame, un po’ per il caldo, un po’ per l’entusiasmo di stare insieme, ci dimentichiamo dove andare… questa volta niente applicazioni per cellulari con le recensioni, niente siti di enogastronomia, solo il motto ‘Famo a fidasse, che ‘ndo cojo cojo se va bene…’ Pensiero smorzato un po’ dai prezzi un po’ alti di alcuni, un po’ dall’aspetto estetico del locale di altri, un po’ per la vasta presenza di menù turistici che non prevedono una scelta, camminiamo alla ricerca del posto giusto… fin quando in una stradina non vediamo un ristorante con dei bei tavolini fuori, senza pretese, carino. Ci guardiamo e capiamo che è lui…
IL POZZO DEGLI ETRUSCHI è il posto indicato per iniziare bene un weekend in questa zona, soprattutto per la cortesia, la simpatia e per l’affabilità del Sig. Paolo che è un bravissimo padrone di casa, senza contare la squisitezza delle pietanze e il vino che hanno nel menù.
Siamo partiti alla grande con un antipasto di salumi e formaggi locali, una polentina strepitosa con funghi e delle bruschettine con il lardo niente male
Con un bel piatto di tagliolini fatti in casa con burro aromatizzato al tartufo e con scaglie di scorzone bianco fresco
Per passare poi a una grigliata mista con patate al forno
il tutto annaffiato da un vino di produzione locale ottimo
Un chianti del 2012 Gaslini Alberti, Badia di Morrona, ‘I SODI DEL PARETAIO’. 13.5 gradi di struttura. Rosso rubino intenso, speziato, sentori di frutti rossi, ciliegia al rosolio, torrefazione, cacao. Vista la giovane età, il tannino è comunque non ruvido. Giovane di sicuro ma promette veramente bene.
Ristorante da provare! Per info http://www.ilpozzodeglietruschi.com/
La nostra prima parte di reportage finisce qui… giusto il tempo di un caffè, una sigaretta, un grappino e una passeggiata per San Gimignano… STAY TUNED!
FINE PRIMA PARTE
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