Eccomi qui a scrivere. A raccontare del mio free climbing per smaltire l’esubero di lievito madre. Ho rinfrescato e il mio Ginetto. Eh sì, avete capito bene, il mio intruglio ha una sua identità: mi attengo alle regole che entrano a far parte della vita dei panificatori e cultori che sono caduti nella trappola del LM, ovvero l’usanza di affibbiare un nome alla pasta acida.
Una splendida catena di Sant’Antonio che ti porta dopo poco tempo di fronte a un bivio dove devi per forza scegliere se continuare in questa impresa o passare all’auto-eliminazione. Per quel che mi riguarda e adorando le sfide, ho scelto di portare avanti questa pratica che mi sta dando grandi soddisfazioni ma altrettante grandi arrabbiature della mia pazientissima genitrice che non sa più dove e come collocare le vettovaglie nel frigo… nello stomaco del grande elettrodomestico si è sviluppato un tetris variopinto: yogurt che si incastrano con le bottiglie di latte, il vaso della giardiniera che combacia perfettamente se roteato a x gradi con il tubetto di maionese. E poi ci sono loro. I vasi. I bulletti dei ripiani. Otri moderne in cui per poco non riesci a intravedere le palpitazioni della pasta madre che cresce, che bussa sul tappo minacciosamente in attesa di strabordare. Sono arrivata a 3 chili e 200 grammi di materia prima. Se fosse stato il peso di un ipotetico figlio appena nato, credo che l’ostetrica mi avrebbe detto ‘Signora, ma è un vitello, non un essere umano!’. Ebbene, mi sento nella stessa condizione, solo che il peso totale è suddiviso matematicamente in contenitori che fra poco a casa mia prenderanno la residenza.
Ogni giorno studio tattiche e tecniche per smaltire l’esubero di questo lievito madre che mi rende orgogliosa; mi siedo al tavolino e tra ricette sulle riviste e ricerche online cerco un’ispirazione.
Durante questo weekend che sta volgendo al termine, ho avuto come ospite la mia amica di infanzia nonché pezzo de core e stamattina per colazione le ho fatto trovare le brioche appena sfornate. Hanno la forma dei cornetti, non sono sfogliati e con lo stesso impasto si potrebbero preparare anche dei fantastici maritozzi. Ho rivisitato una ricetta ripescata in rete, usando tutto ciò che avevo a disposizione in frigo e in dispensa. Anche neutri, tagliati a metà e farciti con gelato o crema alla nocciola! Da provare!
E ora la ricetta… 🙂
Ingredienti:
- 300 grammi di farina di grano tenero tipo 0;
- 200 grammi di farina manitoba;
- 80/90 grammi di zucchero di canna;
- 2 cucchiai di miele;
- 1 fialetta di vaniglia o 1 bustina di vanillina;
- 150 ml di latte senza lattosio;
- 300 grammi di pasta madre;
- 125 grammi di burro ammorbidito;
- 2 uova intere;
- 2 cucchiai di marmellata di arance;
- marmellata per il ripieno qb;
- zucchero a velo vanigliato per guarnire.
Procedimento:
- Sciogliere il lievito madre nel latte tiepido e girare fino ad ottenere una schiuma;
- In una ciotola capiente, versare le farine setacciate, formare una fontana al cui centro verranno rotte le uova, versato lo zucchero, la vanillina, la marmellata di arancia e il miele. Lavorare con un cucchiaio di legno o un leccapentole (o Marisa);
- Versare nell’impasto la poltiglia di pasta madre e latte, spezzettare il burro morbido e iniziare a lavorare il composto fino a renderlo omogeneo e liscio. Dare la forma di una palla e metterla a lievitare coperta e in un posto al riparo da correnti per circa 6 ore;
- Trascorso il tempo della prima lievitazione, riprendere l’impasto, sgonfiarlo, lavorarlo e suddividerlo in tre parti uguali da cui ricavare sulla spianatoia tre dischi da dividere in 8 triangoli;
- Collocare alla base dei triangoli un piccolo quantitativo di marmellata e arrotolare fino alla punta e dargli la forma a cornetto;
- Foderare delle teglie o delle leccarde con carta da forno, su cui posizionare le brioche e far lievitare dalle 8 alle 12 ore in un luogo riparato e coperti con canovacci e pellicola trasparente;
- Trascorso il tempo di questa seconda lievitazione, spennellare le brioche con del latte (o tuorlo + latte) e cuocere a forno statico per 15 minuti a 190 gradi.
- Lasciar raffreddare su una gratella e spolverizzare con zucchero a velo.
P.S. Se mi riesce l’esperimento, utilizzerò la base di questo impasto per creare delle briosches salate… Stay tuned!!! 🙂