Di Francesca R. Bragaglia
Quattro giorni sono bastati per rapirmi il cuore. Giornate intense, spensierate, golose e mangerecce e, come cornice, le splendide Dolomiti e spettacolari valichi alpini. Il tutto rigorosamente (o quasi) vissuto su due ruote. Curve che affacciano su scorci verdi su cui ti vien voglia di scendere al volo e rotolare tra i fili d’erba curati uno per uno… (uno sfondo degno di Windows)…
…tornanti infiniti stretti e mozzafiato da cui puoi sentirti un tutt’uno con la natura…
… dall’avventuroso Passo dello Stelvio (il valico più alto d’Italia con i suoi 2758 mt sul livello del mare, che taglia in due le Alpi e che prevede 48 tornanti strettissimi per raggiungerlo!), meta di biker e ciclisti che trovano ristoro presso i più svariati carretti che ti preparano golosissimi panini caldi con veri wurstel e cipolle scottate dove i gestori, anche sotto la neve e il fiato a nuvoletta, ti sorridono con le magliette a maniche corte e i bermuda…
… e sostare sulla via del ritorno al Braugarten Forst nel Meranese e bere birra all’ora del tè…(Questa è una tappa che vi consiglio vivamente. Se siete interessati alla visita guidata presso lo stabilimento Forst è necessaria la prenotazione. Per info visitate il sito http://www.forst.it)…
… ed avventurarsi per Passo Sella (valico delle Dolomiti che collega la Val Di Fassa alla Val Gardena)…
… e Passo Pordoi che collega Arabba a Canazei…
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Il Südtirol come tutto il Trentino, non è solo una meta scelta dai motociclisti per divertirsi con la moto (dove io per ‘divertirsi’ intendo affrontare con moderata velocità e con coscienza curve e tragitti, contemplare il verde e respirare aria pura… cosa che da un bolide a quattro ruote sarebbe più difficile!), ma è anche un luogo adatto alle escursioni. Solamente che, mentre per gli autoctoni e gli esperti percorrere sentieri impervi, saltellare sulle rocce come stambecchi e attraversare boschi con strade terrose che si affacciano su dirupi è normale amministrazione, per noi comuni mortali che pratichiamo sport leggeri – quali il sollevamento della forchetta, scagliare la cartaccia appallottolata nel cestino e la staffetta per passare il rotolo di carta igienica al povero disgraziato che lancia un segnale d’aiuto dal bagno con in mano l’ultimo misero strappo a mo’ di bandierina bianca – significa avere uno sviluppo di acido lattico all’ennesima potenza… soprattutto quando è domenica e non passano gli autobus.
Quanto sto per raccontarvi potrà servire per la vostra prossima vacanza in Trentino. Gli uffici turistici ti riempiono di brochure con tutti i percorsi escursionistici possibili ed immaginabili. Scegliete quello che più vi piace, controllate la durata stimata riportata sulla guida, verificate se sono stati indicati dei punti ristoro, se si può prendere la funicolare o gli autobus e se ci sono alternative brevi. Ma soprattutto, chiedete sempre conferma degli orari dei mezzi di trasporto e se tutti fermano dove avete trovato alloggio… Siamo partiti la domenica mattina da Lajon seguendo il Sentiero della Posta (il depliant indicava 3,5 ore di tragitto, che prende il nome dal giro che il postino percorreva due volte a settimana per consegnare la posta) per raggiungere Ortisei. Dopo aver percorso quasi 12 chilometri tra asfalto e boscaglia, convinti di poter tornare con l’autobus, abbiamo dovuto rinunciare per la troppa attesa e per problemi di coincidenze e ci siamo rimessi in cammino per altri 11 chilometri. Di certo siamo tornati stravolti e con una fame da lupi, ma quanto abbiamo visto non ci ha fatto rimpiangere la fatica…
E dopo questo excursus sulle attività sportive e di svago, è tempo di passare all’enogastronomia… però dovrete attendere la prossima puntata! 🙂 Follow us on MissioneGusto!